C’è Ernesto Ferraro che rievoca i bei tempi andati di Marisa Boniperti, il coboldo Sivori (coboldo era il folletto cattivello della mitologia tedesca) e il gigante Charles, quando il calcio degli Anni Cinquanta «era semplice e diretto». C’è Walter Veltroni – in uno degli interventi più riusciti del libro – che ci fa quasi commuovere con la sua passione per Anzolin, distinto portiere dall’altezza… variabile; c’è Giorgio Van Straten alle prese con un destino non semplice – essere juventino a Firenze – c’è Sandro Veronesi attirato dai difensori («ho amato Bercellino, ho trovato un gattino e l’ho chiamato Leoncini…), anche se si chiamano Caricola, Storgato, Longobucco. E poi Mario Santagostini che va alla ricerca della Partita Perfetta, Ugo Riccarelli che ricorda il dolore dell’Heysel, Alain Elkann che ci regala un inedito ritratto di una passione inevitabilmente “di famiglia”. Undici scrittori raccontano in undici capitoli in bianco e nero la loro passione per la Juventus. Gioie e dolori di un amore viscerale, le (tante) vittorie e le (poche) sconfitte, i grandi protagonisti, i personaggi simbolo, le difficoltà di essere “gobbi” lontano da Torino. Scritto benissimo – e quindi anche “digeribile” da chi juventino non è – questo libro è una singolare storia d’amore.
Scritti di: G. Van Straten, S.Veronesi, W.Veltroni, U.Riccarelli, E. Ferrero, M.Missiroli, A.Elkan, M.Desiati,S.Givone, Liviano, M.Santagostini
Bureau Biblioteca Univ. Rizzoli, 2013 – 250 pagine