Lo scorso 19 febbraio 2016 è morto Umberto Eco, ammalato da tempo. Definirlo è davvero difficile: nato – forse – come italianista e semiologo, ben presto ha sconfinato in numerosi ambiti della cultura ed ora i necrologi utilizzano svariati riferimenti: semiologo, appunto, scrittore, filosofo, erudito e tanti altri. A noi piace ricordarlo come una testa pensante e libera che, anche grazie a una memoria incredibile, aveva fatto tesoro di innumerevoli letture e che con la sua vasta cultura riusciva a analizzare la complessità sociale nella quale viviamo e che spesso, provocatoriamente, ci costringeva a vedere.